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domenica 21 giugno 2009

Google VS Microsoft



Ebbene si, ho provato kumo.
Come potevo immaginare - ma io sono di parte - la cosa mi ha un po' deluso.
Va bene, è una versione Beta ed è ancora in fase di test.
Va bene, non bisogna partire prevenuti solo perché è Microsoft.
Va bene, ci sono alcune novità interessanti come:
* cartine interattive a ricerca di privati e/o aziende. Un servizio che già dava il sito www.paginebianche.it
* ricerca fotografica secondo i criteri: bianco/nero, figure umane/illustrazioni, volto/mezzo busto ecc...
* accesso diretto al mondo di msn
* canale di news e possibilità di personalizzare la home previo log in

Tutto bello e multimediale però niente di eccessivamente entusiasmante, dal mio punto di vista.
La cosa che invece trovo rilevante è la smania di Microsoft di inglobare ogni cosa che funziona a livello globale:
- i sensori di movimento del Nintendo Wii ed i suoi Mii (personaggi costruiti dagli utenti che si muovono nei diversi videogiochi), l'interattività assoluto dell'utente ed il modo in cui i suoi movimenti influiscono sul gioco.
- sempre parlando di xbox360 è inquietante vedere come da un approccio hardcore (sangue, violenza, sbudellamenti) si sia passati ad un modello molto soft (giochi per famiglie, intrattenimento blando, mostrini dolci e soffici con i quali interagire) per "strappare" alla Wii il mercato dei casual gamers ed in generale delle famiglie

La lotta contro Google merita poi un approfondimento a parte:
- Microsoft vuole acquistare Google che, sdegnosamente, rifiuta
- febbraio 2009: Google si unisce all'indagine dell'Unione Europea contro Microsoft per abuso di posizione dominante nel mercato dei browser
- Google lancia Chrome sul mercato
- Microsoft lancia Kumo tentando di spodestare Google dal suo trono (Il mercato dei motori di ricerca è nettamente dominato da Google, con una fetta del 63 per cento. Microsoft deve accontentarsi dell'8,5 per cento, preceduta da Yahoo! con il 21 per cento)

Ovviamente si potrebbe continuare su questa traccia per ore.
L'unica cosa che mi rende felice di tutto questo caos web è vedere questi due colossi continuare a farsi i dispetti per avere un click in più da noi, distratti e ingrati utenti.

E voi?
Da che parte vi schierate?
Google o Microsoft?



Tratto dalla serie "Family Guy" di Seth McFarlane

Una ragazza di Teheran che muore e Youtube ripulito

Vado sul sito di Beppe Grillo, giusto per vedere se c'è qualcosa di nuovo.
Beppe ha pubblicato un video terribile ed al tempo stesso molto utile per capire ciò che sta veramente succedendo a Teheran: una ragazza è stata colpita a morte dalla polizia e muore davanti ai nostri occhi, guardando fisso in telecamera.



Clicco sul link.
Voglio vedere questa cosa anche se starò male, anche se mi rovinerà la giornata.
Voglio sapere.
Ecco ciò che youtube, araldo della libera informazione via web, mi propone:



Non c'è che dire, ormai Youtube è diventato Disney Channel.
Spero almeno che cambino il loro layout così professionale inserendo qua e la nuvolette, animaletti parlanti e qualche rincoglionito abitante del Fantabosco.

sabato 20 giugno 2009

Da grande voglio fare la voce di wikipedia



A piegar la schiena si fa fatica, come dicono dalle mie parti.
Quando poi lavori in una ditta che si occupa di comunicazione, learning, ICT e tanto altro ancora la fatica è doppia.

Ho notato un certo entusiasmo alla proposta del prof. Alfonso di pubblicare un video-curriculum; bene, io sono ancora più avanti!
Io c'ho la pagina di wikipedia e voi no.
E non la scambio nemmeno per due figurine di Baresi.

Per farla molto, molto breve l'idea è questa: autopromuovere i propri docenti - fra cui il sottoscritto - con un sito diverso dagli altri portali informatici proponendo agli utenti ed ai futuri corsisti un approccio più user friendly.
In via di fatto il sito - in perenne stato di aggiornamento - dovrebbe comprendere una pagina per ogni docente contentente non solo il suo C.V., l'elenco dei corsi che ha erogato, le sue competenze ecc... ma anche un video di promozione, una piccola galleria di immagini ed un blog interno all'azienda.

L'idea è molto ambiziosa ma le cose si stanno muovendo bene e, ben presto, avrete modo di vedere anche me lì, impalato e con la faccia da idiota, balbettare le mie credenziali credendomi un figo davanti ad un freddo occhio elettronico.

E comunque io ce l'ho e voi no.
Tiè.

Link:
http://lenwiki.monslab2.com/index.php?title=Pagina_principale
http://lenwiki.monslab2.com/index.php?title=Docenti

venerdì 5 giugno 2009

Non vedo. Non sento. Non parlo. Ma posto.

In diretta dalla lezione, mentre si parla di Gazzetta dello Sport e altro, un paio di foto, cinque per la precisione, mi fanno sobbalzare dalla sedia.

Non voglio scadera in polemica né sull'uso criminoso e paradossale che i nostri personaggi politici fanno dei mezzi di informazione, come direbbero i manuali di semiotica del giornalismo: "un'immagine vale più di mille parole".











Immagine tratte da El Pais.

giovedì 4 giugno 2009

La Grande Guerra



300.000.000 milioni di utenti al giorno, uno dei siti più visitati della Rete, una realtà in continua espansione, ecco cos'è Youtube.

Dopo la "legge dei tre schiaffi", la famosa Hadopi di Sarkozy, anche Youtube si autoregola censurando, in pochi giorni, più di 30.000 videoclip con l'accusa di violazione del copyright.

La Rete è esplosa e la guerra fra blogger infiamma l'etere; la teoria del complotto massonico-informativo di Mediaset impazza mentre molti utenti occasionali ed inesperti riempiono di domande e richieste forum e blog.

All'interno di questa Grande Guerra mediatica, giusto per capire da che parte della trincea schierarsi, occorre fare un po' di chiarezza.

Youtube nasceva, senza perderci in romantici ricordi, come un portale di informazione totalmente randomica in grado di fornirci uno sguardo privilegiato dalla rete: filmati amatoriali, scherzi, informazione tramite smart phone, polemiche a non finire ed una folta schiera di utenti borderline che avrebbero fatto di tutto per guadagnarsi i warholiani 15 minuti di celebrità.
Grazie alla possibilità di comunicare e mostrare i propri video a tutto il mondo, dei perfetti sconosciuti sono diventati in poche settimane delle vere e proprie webstar; basti pensare a:

* Afroninja
* Star Wars Kid
* Tay Zonday e la sua Chocolate Rain
* La marmotta con il suo "dramatic look"
* Numa Numa
* Susan Boyle

Questo è per forza di cose un piccolissimo elenco dei miti che Internet ha sdoganato a livello planetario o, se vogliamo proprio essere nerd, dei "meme".

Oltre a tutto questo Youtube è stato spesso utilizzato per diffondere materiale "vietato" per contenuti illeciti o per semplice violazione di copyright; serie tv, fumetti, film, interi cd o singoli venivano pubblicati sulla Rete nell'esatto momento in cui uscivano in commercio causando alle case di distribuzione ingenti perdite e fruttando al più famoso canale video di Internet migliaia di denunce.

Le major vogliono la testa di Youtube che, nonostante gli accordi presi in precedenza, è soverchiato da una quantità inimmaginabile di materiale da controllare; gli amministratori non riescono a fermare il loro mostro-Dio, il tempio della musica vuole il suo obolo, il popolo esige la libertà.
Soluzione?
Dopo un periodo di autoregolamentazione dei contenuti (in breve: la responsabilità dei contenuti inviati è tutta a carico degli utenti e l'amministrazione del sito ha l'obbligo di eseguire le richieste di chi denuncia una violazione del diritto d'autore, eliminando il materiale sospetto) ecco che si avvicina lo spettro di Savonarola.

La Grande Guerra fra l'informazione piramidale (le grandi case di distribuzione di musica e video, i canali televisivi come Mediaset ed i proprietari di diritti sportivi) e l'informazione gratis a tutti i costi è iniziata e Youtube è la prima torre a cadere.

Allo stato attuale delle cose (se volete smentirmi provate voi stessi) un utente normalmente registrato che voglia, ad esempio, condividere col web un filmato con un file audio non autorizzato all'interno incapperà nel seguente messaggio:

NOTIFICA: Questo video contiene una traccia audio che non è stata autorizzata da WMG. L'audio è stato pertanto disattivato.

Risultato: video muto con possibilità di utilizzare AudioSwap, un metodo assolutamente legale che permette di associare al video una canzone scelta da un elenco ben poco fornito di tracce free.

Una via di mezzo insomma, un compromesso che non piace al mondo della Rete che, senza mezze misure, condanna ferocemente l'operato di Youtube e di tutti quei mezzi di informazione impegnati in una strenua difesa del proprio orticello mediatico in un mondo sempre più libero e immediato.

Per quanto riguarda noi, poveri fruitori della Rete, non possiamo far altro che mandare giù quest'altro boccone amaro e portare i fiori a YouTomb: un canale che contiene tutti i video "ammazzati" dallo streaming ufficiale di Youtube.

La mia domanda è semplice:

se io, utente medio della Rete, mi azzardo ad affiancare al video delle mie vacanze una canzone di Albano e Romina rischio il gabbio per violazione di copyright.
Se un telegiornale sfrutta copiando e incollando dalla Rete un filmato che ho realizzato con il mio cellulare non solo il video va in onda senza la minima menzione dell'autore ma è anche considerato uno scoop assolutamente legale.

Dov'è il diritto d'autore in tutto questo?
Chi tutela noi dai colossi mediatici?

Per ulteriori informazioni:
Tommaso Lombardi spiega il problema del copyright su Youtube
Repubblica.it: la svolta moralista di Youtube
YouTomb: e sappiamo cosa censura YouTube, ma ci interessa?


Pork and Beans Video
Weezer, Pork and beans

La Grande Onda


Katsushika Hokusai, La Grande Onda, prima della serie delle "36 vedute del monte Fuji", 1826 - 1833

Il futuro è oggi, come direbbe una pubblicità del detersivo anni'90.

In questo caso, spiacente, è proprio il caso di dirlo: Google lancia la sua offensiva provocatoria al mondo della Rete in un progetto ambizioso, folle e unico.
Google Wave si propone di essere l'araldo di un nuovo tipo di comunicazione fondata sulla simultaneità dei processi: email, messaggistica istantanea, social network, file sharing, streaming e intelligenza collaborativa in un'unica, mastodontica, applicazione web.

"In Google Wave puoi creare un wave ed aggiungere i tuoi contatti, permettendo loro di replicare, modificare, aggiungere testo, foto, gadget o addirittura feed da altre fonti esterne", queste le affermazioni degli sviluppatori dal blog ufficiale di Google.

L'idea di fondo è a dir poco rivoluzionaria: un desktop condiviso in grado di mettere in contatto gli utenti in tempo reale in una logica collaborativa ed in continuo sviluppo. In questo modo il mondo del file sharing e dei social network, per non parlare del telelavoro, subiranno un'impennata verso una sempre più totale compenetrazione di vita, elementi digitali e conoscenza.

Con questa ennesima, strabiliante, novità Google conferma la propria capacità di assecondare i trend della rete fornendo a questo tipo di risorse un movimento fluido ed armonioso destinato, manco a dirlo, a ribaltare la nostra concezione di Rete.

Per ulteriori informazioni: http://punto-informatico.it/2635670/PI/News/google-presenta-wave-email-killer.aspx
o : http://googleblog.blogspot.com/

Presentazione Wave:

giovedì 14 maggio 2009

Gli aruspici del web: Audiweb


Milano, 8 aprile 2008Milano, 8 aprile 2008

La scorsa lezione, fra i tanti argomenti trattati, mi ha colpito particolarmente l’idea alla base del progetto audiweb.

Ho sempre visto Internet come un marasma di dati ed informazioni impossibili da catalogare, archiviare, individuare, censire; un caos creativo in continuo sviluppo, uno tsunami di mode, tendenze e file multimediali destinati a cambiare la storia della nostra società moderna in un modo che ancora molti non riescono ad afferrare pienamente.

La notizia ed il successo di Susan Boyle, il suo eccezionale successo, la “sconfitta” virtuale di Obama a colpi di click; tutte notizie clamorose e indimenticabili ma, paradossalmente, “vecchie”, destinate a perdersi inesorabilmente attraverso i flussi che la Rete continua a proporre ogni giorno in modo infinito.

Come è possibile dare un ordine a questo caos ribollente?

Le aziende potrebbero effettivamente ricavare un beneficio dai loro prodotti appoggiandosi alle migliaia di utenze dei più famosi siti web al mondo?

I surfers sono effettivamente degli sfaccendati con un lavoro stupendo o dei seri professionisti in grado di stanare i trend vincenti in mezzo al ciclopico caleidoscopio di Internet?

Una risposta a tutte queste domande potrebbe essere fornita dal sito www.audiweb.it che, stando alla presentazione fornita dal sito:

“realizza e fornisce al mercato un sistema integrato di servizi per la rilevazione e la diffusione di tutte le fonti di dati sulla fruizione dei media online (Online Audience Measurement Service), con il supporto metodologico di propri partner di ricerca e di organizzazioni internazionali come IAB.”

In parole povere un monitoraggio costante e preciso dei contenuti all’interno della Rete con tanto di grafici, cifre e statistiche; un mezzo fondamentale per aziende e multinazionali che sempre più disperatamente cercano di capire dove si sta dirigendo il mercato mondiale.

Navigando per il sito siamo in grado di trovare molte informazioni interessanti come, ad esempio, i parametri che stabiliscono il successo di un sito sugli altri:

Milano, 8 aprile 2008

· Visita: le richieste di accesso al sito dei diversi utenti della Rete. Audiweb ci rassicura del fatto che da questo conteggio verranno escluse “le attività di robot e spider” ovvero programmi e script automatici che, in totale assenza di presenza umana, sono in grado di aumentare il numero di visitatori di un sito. Questo aspetto potrà sembrare puerile e del tutto privo di interesse ad un navigatore inesperto (la domanda che sempre più spesso mi trovo ad affrontare infatti è: “ma cosa cambia se il tuo sito è stato visitato o meno in un mese?”) ma gli accessi non rappresentano solamente uno sterile numero di visitatori che, anche per pochi secondi, ci concedono il loro tempo e, si spera, leggono ciò che scriviamo; essi rappresentano senza esagerazioni la linfa vitale per un sito web, sono il discrimine fra un prodotto di successo ed un miserabile progetto personale visitato a malapena dal proprio creatore e da un paio di amici. Secondo le spietate regole di domanda e offerta più uno spazio web è visitato più avrà visibilità più continuerà ad ottenerne tramite passaparola, feed, link e rimandi più o meno diretti. Seguendo questo binario di espansione a cerchi concentrici è facile immaginare come il traffico di denaro attraverso la Rete sia legato a doppio filo agli accessi ed al grado di visibilità di un prodotto nel web.


· Browser unici: “il numero di browser diversi che, in un determinato arco temporale, effettuano una o più visite a un sito.” Ovvero: quanti, fra i tantissimi browser che si stanno diffondendo fra gli utenti di pc e mac, effettuano visite al nostro sito? Il problema, anche in questo caso, è tutt’altro che banale. I criteri da rispettare per una buona fruibilità di un servizio devono essere molti: leggibilità, possibilità di accesso a portatori di handicap, capacità di suscitare interesse in chi ci legge anche grazie a strategie di interattività e, non meno importante, la capacità di sviluppare un sito “leggero” cioè che dia la possibilità a tutti gli utenti (anche e soprattutto nei confronti di coloro che non possedessero computer di ultima generazione e banda larga) di navigare in modo fluido e veloce all’interno delle pagine del sito.


· Pagine viste: il numero di pagine che un utente richiede di visualizzare. Anche in questo caso Audiweb si premura di ricordare ai lettori che il conteggio sarà epurato dalle attività di spiders e robot anche grazie alla nota: “il tag di misurazione deve essere posizionato in fondo alla pagina e quindi sarà considerata pagina vista quella interamente scaricata e visualizzata sullo schermo dell'utente.” Viene così esclusa la visita superficiale, fatta di una sbirciatina veloce al titolo, ai contenuti e poco altro per poi passare istantaneamente ad un altro sito web.


· Tempo medio per pagina: il tempo che l’utente passa nella navigazione dei contenuti di una pagina.


· Tempo totale: il tempo complessivo che gli utenti trascorrono sulle pagine prese in esame.


· Durata della visita: il tempo trascorso nell’intervallo della visita degli utenti.


· Utenti unici: questo dato rappresenta i singoli individui che si sono collegati, in un arco di tempo stabilito, ad una parte del sito o alla sua home.


· Penetrazione utenti attivi: “percentuale di utenti, rispetto ad un universo di riferimento (ad esempio la popolazione italiana attiva nel periodo di osservazione) che in un determinato arco temporale ha visitato una sito o parte di esso.” In breve questo dato rappresenta quella percentuale di utenti che, uscendo dalla “massa silenziosa”, interagisce con il sito in qualche modo commentandone i contenuti o scambiandosi informazioni con gli altri utenti.


· Penetrazione universo: “percentuale di utenti, rispetto all'universo totale degli utenti potenziali (cioè coloro che hanno la possibilità di collegarsi anche se non lo hanno necessariamente fatto nel periodo di osservazione), che in un determinato arco temporale ha visitato un sito o parte di esso.” Questa indagine è invece macroscopica quindi prende in esame non solo la popolazione italiana ma tutti gli utenti attivi al livello mondiale.

L’attenzione delle grandi aziende verso il web è comprensibile visualizzando uno dei tanti comunicati stampa reperibili sul sito:

Milano, 8 aprile 2008

“Nel mese di febbraio sono 29.118 milioni gli utenti che hanno accesso a Internet, 20.272 milioni gli utenti attivi nel mese, 10.097 milioni gli utenti attivi nel giorno medio, per 1 ora e 48 minuti di tempo speso e 196 pagine viste per persona nel giorno medio”

Milano, 8 aprile 2008

Più di un terzo del nostro Paese è quindi connesso alla Rete e sfrutta, almeno in linea teorica, la propria connettività con il resto del mondo per trovare informazioni, informarsi e scambiare dati multimediali con altri utenti.

I numeri, lo dimostrano le statistiche, sono destinati ad aumentare e con essi, inevitabilmente, assisteremo ad un progressivo spostamento degli interessi economici e sociali verso una prospettiva webcentrica.

Che il cambiamento portato da Internet fosse epocale lo si poteva intuire già dagli anni ’90 e dai suoi rumorosi modem a 56k ma ora, ad un paio di decenni di distanza e con linee molto più veloci, il cambiamento ha investito con la sua caotica marea anche il mondo delle imprese che, sempre di più, legano il proprio capitale e la diffusione della propria immagine a quello che possiamo definire come il mezzo di comunicazione più diffuso ed efficace della storia dell’Uomo.