Visualizzazione post con etichetta informazione. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta informazione. Mostra tutti i post

domenica 21 giugno 2009

Una ragazza di Teheran che muore e Youtube ripulito

Vado sul sito di Beppe Grillo, giusto per vedere se c'è qualcosa di nuovo.
Beppe ha pubblicato un video terribile ed al tempo stesso molto utile per capire ciò che sta veramente succedendo a Teheran: una ragazza è stata colpita a morte dalla polizia e muore davanti ai nostri occhi, guardando fisso in telecamera.



Clicco sul link.
Voglio vedere questa cosa anche se starò male, anche se mi rovinerà la giornata.
Voglio sapere.
Ecco ciò che youtube, araldo della libera informazione via web, mi propone:



Non c'è che dire, ormai Youtube è diventato Disney Channel.
Spero almeno che cambino il loro layout così professionale inserendo qua e la nuvolette, animaletti parlanti e qualche rincoglionito abitante del Fantabosco.

mercoledì 17 giugno 2009

La mia famiglia nel mondo: #3 Chiara Bassetti



Ecco la terza persona che mi ha dedicato un po' del suo tempo per arricchire questo blog: Chiara Bassetti.
Ho conosciuto Chiara grazie/per colpa dei giochini di ruolo.
Provate ad immaginare centinaia di nerd vestiti da cavalieri medievali, elfi, vampiri e via così che si inseguono per campi brulli e devastati da un sole cocente; ecco come ci siamo conosciuti io e Chiara.
Nonostante questa sua passione la nostra ospite è una sociologa affermata, una donna in carriera, un'inguaribile pettegola e, last but not least, una delle persone più ciniche e acide che io conosca.
Con tutte queste caratteristiche in comune - a parte la brillante carriera universitaria, s'intende - io e Chiara abbiamo un tacito accordo secondo il quale è legittimo, anzi doveroso, schierarsi contro tutto ciò che è eccessivamente convinto di sé, stupido e di cattivo gusto.

1. Che posto hai visitato e per quanto tempo sei rimasta?
Sono stata in California, tra Los Angeles (University of California Los Angeles) e, soprattutto, Riverside (University of California Riverside), come “visting scholar” per 3 mesi (Spring term).

2. Che differenze hai riscontrato fra il modo di vivere italiano e quello del Paese che ti ha ospitato?
Svariatissime, ovviamente. Tento un sintetico elenco, certo non esaustivo:
- Maggior numero di etnie, maggior numero di appartenenti ad etnie diverse da quella bianco-americana, ma maggior ghettizzazione delle suddette; inoltre, l’etnia - spesso ormai mista, soprattutto nei giovani - viene esplicitamente utilizzata per il lavoro sociale identitario così come per quello d’interazione.
- Studenti e studentesse hanno un minor carico di lavoro rispetto a quanto accade nell’università italiana ed una preparazione teorica generalmente inferiore.
- Il livello di cultura generale, tradizionale e, cosiddetta, “di senso comune” è piuttosto scarso. E’ raro che ci si interroghi sul passato per comprendere il presente, è un habitus di pensiero poco diffuso.
- Le occasioni sociali d’incontro, così come quelle relative alle relazioni sentimental-sessuali (soprattutto eterosessuali), sono più definite, categorizzate e strutturate. Ci sono, come dappertutto, spazi determinati per attività determinate; procedure specifiche per specifici frame sociali, ma le sfumature di grigio si incontrano raramente. La dimensione tacita della socialità, inoltre, è pressoché assente.
- Gli spazi, i tempi, i modi di mangiare e bere sono – al di là delle ovvie differenze riguardanti materie prime e tradizione culinaria – molto differenti. Le differenze investono dimensioni particolarmente rilevanti quali quella dell’interazione sociale, dell’organizzazione della quotidianità e dei ritmi di vita, della visibilità sociale, ecc.
- Alcuni tabù sociali (alchool, sesso, …) sono più resistenti che in Italia, anche fra i più giovani.
- A livello generale, i corpi sono meno sani e più vecchi dell’età anagrafica (non mi riferisco solo alla ben nota situazione riguardante l’obesità).
- Scarsa attenzione al modo di vestire e presentare il proprio corpo in pubblico, sia dal punto di vista della scelta dei capi da indossare in sé, che da quello dei capi da indossare sul proprio specifico corpo.
- Enorme dispendio energetico.
- Scarsa partecipazione politica (pochissime persone in manifestazione, bassa diffusione di quotidiani, ecc.)

3.Che situazione hai trovato a livello di diffusione della banda larga e della connettività Internet? Ci sono molte differenze rispetto all’Italia? Se si, quali?
Banda larga e connettività sono generalmente più diffuse che in Italia, nonostante – già rispetto, ad esempio, a due anni fa – la situazione stia scivolando verso un sempre maggior livellamento. Le reti wireless sono comunque più diffuse che in Italia, non tanto, ormai, a livello di istituzioni (come ad esempio le università) o di grandi catene commerciali (come ad es. Starbucks e, in Italia, Autogrill), quanto a livello familiare e domiciliare.

4.Come sono gestiti i mezzi di informazione? Chi sono i “padroni dell’informazione”? Sono presenti conflitti di interesse?
I padroni dell’informazione, così come di tutto ciò che conta negli USA, sono le grandi lobby, soprattutto commerciali. Tuttavia, non sono presenti, a differenza dell’Italia, conflitti d’interesse diretti a livello politico. Generalmente, inoltre, l’informazione è più critica ed è più rilevante la presenza del cosiddetto giornalismo d’inchiesta. Infine, la tradizione giornalistica americana è tendenzialmente più aggressiva e meno conciliante nei confronti dei politici rispetto a quella nostrana.

5.Come si informa la popolazione? Quali sono i quotidiani più diffusi?
I quotidiani più diffusi sono New York Times e Los Angeles Times, ma pochissimi leggono i quotidiani. Coloro che sono realmente interessati ad informarsi utilizzano soprattutto internet, mentre tutti gli altri sono semplicemente disinformati. L’influenza 1) dell’etnia, 2) del livello di identificazione in qualità di cittadino americano dei migranti e 3) della classe sociale (ancora molto connessa ai punti precedenti) è fondamentale nella determinazione del livello di informazione dei cittadini. A Riverside viene distribuito gratuitamente anche un quotidiano locale, ma resta ad accumularsi davanti alle case, sotto le auto posteggiate, utilizzate e di nuovo posteggiate.

6.Quali sono le notizie di maggior rilievo che sono diffuse dai telegiornali? Quali sono i casi che infiammano l’opinione pubblica?
I telegiornali, dopo un’apertura politica molto rapida, passano generalmente a notizie di cronaca, meglio se nera. Resta il fatto che le notizie politiche vengono date in maniera meno mistificata rispetto all’Italia. I toni sono comunque piuttosto scandalistici e/o spettacolarizzanti. La logica della selezione, così come della costruzione, della notizia è quella dello scoop.

7.Quante persone hai conosciuto che gestivano un blog o uno spazio web informativo?
Solo una: professoressa universitaria.

8.Esiste, secondo la tua esperienza, un interesse vasto per le dinamiche della Rete? Esistono esperienze simili a quella di Beppe Grillo?
Ci sono sicuramente intellettuali, dentro e fuori l’Accademia, che si occupano dell’argomento. Non sono tuttavia entrata a contatto con esperienze simili a quella di Beppe Grillo (che per altro, date le recenti decretazioni, avrà ormai vita breve). L’esperienza di campagna elettorale di Barack Obama è certamente rilevante per il tema di discussione, ma presenta alcune differenze rispetto a quella di Beppe Grillo.

9.La politica in Rete: com’è gestita l’informazione pubblica e come si stanno muovendo via web le campagne elettorali?
La campagna elettorale, quando sono arrivata in California, era terminata da poco. Direi comunque che la Rete è utilizzata, da un lato, come luogo in cui gli elettori/cittadini possono esprimere direttamente lo propria opinione e, dall’altro lato, come vetrina propagandistica costruita, più che sul partito, sul/la candidato/a (personalismo insomma).

10.Cosa importeresti in Italia dal Paese che hai visitato sia dal punto di vista culturale che informativo?
Ben poco a dire il vero… Certamente il clima californiano e, come accennato, un giornalismo più votato all’inchiesta e politicamente un po’ più “aggressivo”.

sabato 6 giugno 2009

La mia famiglia nel mondo: #2 Michele Belmessieri



Ecco il secondo amico che ha risposto al mio appello: Michele Belmessieri.
Michele è un ragazzo alto e magro, magrissimo, che ama definirsi "il Freddo" per una somiglianza - che solo lui nota - fra sé stesso ed il protagonista di "Romanzo Criminale".
Gran tifoso di calcio è un accanito cinefilo, uno studente svogliato, un grandissimo
ed operoso regista oltre che un attaccante instancabile e dallo scatto felino.

Se conosceste Michele vi avrebbe sicuramente stupido con la sua grande curiosità verso i film più assurdi, le produzioni più ributtanti, gli shockumentary più agghiaccianti che non manca di portarsi dietro per proiettarli a casa di amici e conoscenti.

Credo, in tutta onestà, di averlo reso felice un paio di Natali fa quando, non sapendo che escogitare, gli regalai un dvd contenente, nell'ordine: Sigla con Smaila di Colpo Grosso, "Troppo Belli", "Alex l'ariete", "Jolly Blu" e, credo, "Chicken Park".

Ora Michele si trova a Barcellona, in Erasmus, dove, a quanto ne so, si sta trovando divinamente; ovviamente è l'invidia del paesino e tutti qui aspettiamo il suo ritorno in patria.

1. Che posto hai visitato e per quanto tempo sei rimasto?
Sono a Barcellona da otto mesi per un programma di intercambio universitario

2. Che differenze hai riscontrato fra il modo di vivere italiano e quello del Paese che ti ha ospitato?
Le differenze piu' concrete sono sicuramente quelle riguardo i ritmi della giornata: i negozi aprono in tarda mattinata, si pranza al pomeriggio e si cena intorno alle 23. Cercando, invece, di sottolineare alcune diversità nell'ambito civico direi che in tutta Spagna, ma soprattutto qui in Catalunya, è presente una coscienza del proprio ruolo sociale molto più profonda rispetto a quanto succeda in Italia. Le manifestazioni sono gremite di persone e mi pare di poter dire che il cittadino catalano o spagnolo è meno propenso a farsi abbindolare da qualsivoglia specchietto per le allodole.

3. Che situazione hai trovato a livello di diffusione della banda larga e della connettività Internet? Ci sono molte differenze rispetto all’Italia? Se si, quali?
Le mie competenze informatiche sono minime per cui posso rispondere solo in maniera marginale: quello che è certo, però, è che quasi tutti gli spazi culturali o di ritrovo sociale (dai bar alle biblioteche) dispongono di connessione ad internet gratuita senza fili.

4. Come sono gestiti i mezzi di informazione? Chi sono i “padroni dell’informazione”? Sono presenti conflitti di interesse?
Non conosco i meccanismi di potere (sempre che vi siano) dei mezzi di informazione locale. Ma la presenza di una satira costante, bipartisan e pungente a livelli che noi in Italia possiamo solo immaginare mi suggerisce che le intromissioni politiche siano minime. Non credo neppure vi siano conflitti di interesse: l'ex primo ministro Aznàr si dimise da leader del Partido Popular dopo essere entrato nel consiglio di amministrazione di un importante impresa petrolifiera per evitare problemi di questo tipo. E' una cosa che a noi può sembrare strana ma in Spagna (e credo nel resto del mondo occidentale) è invece normalissimo.

5. Come si informa la popolazione? Quali sono i quotidiani più diffusi?
A Barcellona, oltre ai quotidiani nazionali come “El mundo”, “El pais” e “La razon” sono presenti numerosi quotidiani locali. Dalla versione catalana de “La vanguardia”, al “Periodico de Catalunya”, “Diari de Barcelona” e altri minori.

6. Quali sono le notizie di maggior rilievo che sono diffuse dai telegiornali? Quali sono i casi che infiammano l’opinione pubblica?
Nei contenuti il panorama televisivo è simile all' italiano e i telegiornali non sono l'eccezione. In ogni caso non mi è mai capitato di incontrare situazioni di pessimo gusto come invece spesso accade in alcuni servizi italiani. I casi più discussi, oltre naturalmente ai fatti di cronaca nera e a quelli sportivi, sono certamente di natura politica.

7. Quante persone hai conosciuto che gestivano un blog o uno spazio web informativo?
Numerose, ma tutte legate all'ambito artistico che maggiormente interessa i miei studi.

8. Esiste, secondo la tua esperienza, un interesse vasto per le dinamiche della Rete? Esistono esperienze simili a quella di Beppe Grillo?
Non mi è mai capitato di pensarlo: certamente c'è un uso massiccio dei social network e delle possibilità di comunicazione che in generale la rete offre (da Skype ai Blog) ma credo che sia quello che sta accadendo in tutto il mondo. No, una figura simile a quella di Grillo non è presente in Spagna.

9. La politica in Rete: com’è gestita l’informazione pubblica e come si stanno muovendo via web le campagne elettorali?
Non ho avuto modo di vedere nessuna campagna elettorale per cui mi è difficile rispondere.

10. Cosa importeresti in Italia dal Paese che hai visitato sia dal punto di vista culturale che informativo?
Dal punto di vista culturale porterei certamente la coscienza della popolazione di essere i veri protagonisti della politica e non solamente coloro che la subiscono. Inoltre la Catalunya è una regione che riesce ad abbinare l'attenzione per la salvaguardia delle tradizioni con l'apertura verso l'esterno, creando un mix di culture vincente e dinamico. Una cosa del genere in Italia non l'ho mai trovata: sembra invece che una cosa precluda inevitabilmente l'altra.
Per quanto riguarda il sistema informativo, forse per ingenuità, ammetto che la cosa che più mi ha colpito e che porterei volentieri nel nostro paese è l'assoluta libertà di satira che, alle volte con sublime ferocia, denuda il Re senza temere un immediato colpo di telefono dai piani alti. Ho visto numerosi sketch televisivi e vignette che in Italia avrebbero portato a lunghe file di processi ed epurazioni mentre qua è assolutamente normalissimo.

venerdì 5 giugno 2009

Non vedo. Non sento. Non parlo. Ma posto.

In diretta dalla lezione, mentre si parla di Gazzetta dello Sport e altro, un paio di foto, cinque per la precisione, mi fanno sobbalzare dalla sedia.

Non voglio scadera in polemica né sull'uso criminoso e paradossale che i nostri personaggi politici fanno dei mezzi di informazione, come direbbero i manuali di semiotica del giornalismo: "un'immagine vale più di mille parole".











Immagine tratte da El Pais.

venerdì 29 maggio 2009

Informatica ed amministrazioni: l'affanno delle elezioni



Mi è capitato di leggere una notizia dell'APCOM che riporta:

L'amministrazione Obama intende istituire un rappresentante informatico all'interno della Casa Bianca per coordinare la sicurezza statunitense in questo settore.


per la notizia integrale: Usa, il Presidente Obama vuole rafforzare sicurezza informatica.

Che Obama ed i suoi fossero interessati al mondo della Rete è cosa nota ma nel nostro piccolo ed assolato Paese che accade?
Nel nostro ridente Paese ci sono le elezioni, ecco cosa.
E quindi, non senza un certo sornione populismo, giù di lavori in corso, volantinaggio, manifesti, stand e penne date ai giovani elettori, doppiopetti con 40 gradi all'ombra e sorrisi rassicuranti e strette di mano salde e fotografie e "insieme, per costruire un futuro migliore".

Ma l'aspirante sindaco di Collefiorito (città inventata) come può emergere nel ribollente caos della Rete portando a casa un buon numero di voti?
Come si può convincere il Cittadino Medio ad accendere il proprio computer, navigare all'interno di grigi siti amministrativi e porre domande interessanti o abili cross ai quali l'Aspirante può rispondere con stoccate elettorali?

La risposta è molto semplice: basta fregarsene e far fare il lavoro ad altri.

Solitamente l'Aspirante si accorda con qualche ditta in grado di gestire un sito internet, un blog, un account facebook ed uno di flickr; firma tutto a suo nome e paga a data da destinarsi.
In linea di massima ogni fotografia, contenuto multimediale, post, persino le risposte date agli utenti; tutto scritto o prodotto secondo l'umore di qualche scimmia-informatica alla ricerca di un buon compenso e di un posto di lavoro nel corso del freddo inverno della crisi.

La cosa più divertente di tutto questo modello comunicativo "all' ammerigana" dal nostalgico tono alla Sordi è che la battaglia elettorale via web non sarà combattuta dai candidati, dalle loro idee o dai loro propositi elettorali ma da un team di nerd contro l'altro in una sorta di derby fra lavoratori a contratto sottopagati e dalle scarse prospettive.

E, fra il caldo minaccioso di questi giorni ed i pc che mi tradiscono continuamente, non posso non pensare a proposito di questa pietosa situazione ad una vecchia barzelletta che non mi ha mai fatto ridere:

Due italiani, padre e figlio, emigranti e col sogno dell'America negli occhi si stanno avvicinando alla loro Terra Promessa.
Figlio: Papà, papà, quanto manca?
Padre: Umh...
Figlio: Papà, papà, ci vuole ancora molto?
Padre: Si, ancora un po'.
Figlio: Ma papà, sono stanco!
Padre: Zitto e nuota!



A proposito di politica... ci sarebbe qualcosa da mangiare?
(Totò)

mercoledì 20 maggio 2009

Liberté, Égalité, Fraternité, Gabbié



La Francia di Sarkozy ha da poco approvato la riforma sul peer to peer andando a posizionarsi fra i Paesi con la legislazione più severa in materia.

Ciò che si è voluto colpire duramente è il download di materiale protetto dai diritti d’autore, film, musica, programmi e videogame.
A tal fine verrà istituita una nuova Autorità dedita alla protezione dei diritti sul web, l’Hadopi : Haute Autorité pour la Diffusion des Oeuvres et la Protection des Droits sur Internet.

I provvedimenti per gli utenti colti in flagranza di reato sono articolati in tre azioni diverse:

* la prima prevede un’email di avvertimento
* la seconda oltre all’avviso tramite email, anche l’avviso tramite raccomandata
* la terza volta consiste nel taglio dell’accesso ad internet con una durata che va dai 2 ai 12 mesi.

Ecco, in breve, il fulcro della norma che è stata ribattezzata velocemente come legge dei tre schiaffi e che ha diviso da subito gli schieramenti politici francesi.
Le polemiche sono tante e, com'era prevedibile, sono già tante le iniziative pubbliche volte a tutelare il diritto di ogni cittadino di poter accedere alla Rete; si parla addirittura di una possibile contestazione presso la Commissione della Comunità Europea.


La legge voluta da Sarkò è sicuramente molto dura e non priva di un certo, ottuso, desiderio di contenere queste nuove e spaventose tendenze verso una eccessiva cultura libertaria del gratuito.
La domanda che dovremmo porci però è: una qualsiasi azienda che sviluppa prodotti multimediali come può tutelare il suo business se ormai tutto è gratuito nei servizi di torrent, streaming e p2p?
Una valida risposta proviene certamente dal mondo Apple che ha saputo reinventare la fruizione di musica grazie a Itunes store e ad altri servizi per gli smart phone di ultima generazione ma, come i più informati di voi ben sapranno, è ben cosa cosa se confrontata con la quantità di siti free che si trovano nella Rete.

Dunque?
Continueremo a questo muro contro muro fra le major e gli integralisti del gratis a tutti i costi oppure troveremo una nuova strada per diminuire i prezzi della diffusione e responsabilizzare i consumatori?

sabato 9 maggio 2009

Una, maledetta, estate al mare



E' successo, di nuovo.
Quando capisci che è arrivata l'estate?
Quando guardi uno, due, tre telegiornali nazionali nella fascia che va da mezzogiorno in poi e vedi servizi di enorme caratura del tipo:

- il gelato fa bene e d'estate è consigliato da dietologi, Rosannalambertuccilafamosaespertadinutrizione, gelatai come sostitutivo di un pranzo
- servizio generico su bikini, tanga, nuove tendenze della riviera
- tornano a fare la loro comparsa, da qualche angolo dimenticato del sottobosco televisivo, centinaia di exgieffine dal seno gonfiato e dalla sconsolante retorica pro-Millionare
- il livello dei contenuti nel palinsesto televisivo si abbassa ulteriormente dividendosi nelle due, semplici, categorie: film idioti per bambini e programmi inutili per mostrare nudità e divertimento giovane.

Che dire?
Benvenuta ad un'altra, stramaledetta, coinvolgente, imperdibile estate televisiva!

venerdì 8 maggio 2009

Esperimento # 1: appunti in diretta


Raul Duke, alterego del giornalista americano Hunter S. Thompson

Lezione dell'8 maggio 2009.
DISCLAIMER:
Per ogni errore di forma o contenuto scarico la responsabilità sulla fretta del momento.

PARTE I:

Fra i piumini che cercano di impadronirsi dell'atmosfera sterminando il genere umano, pranzi pesanti e caffè offerti a destra e sinistra eccoci qui ad assistere ad una nuova lezione del professor Lelio Alfonso.

Arriviamo motivati e pronti ad utilizzare i potenti mezzi a nostra disposizione (prese multiple e pc più o meno funzionanti)pronti a 4 ore di laboratorio.

Dopo le prime presentazioni veniamo subito all'argomento del giorno:

ISTITUZIONI E GIORNALI ONLINE

Per stabilire quale sia il migliore portale italiano di informazione ci sono, fondamentalmente, due variabili distinte:

1. Tempo di permanenza dell’utente sul sito
2. Numero di accessi registrati

Solitamente per i giornali online non ci sono differenze fra il nome del giornale e quello del sito online.

La maggior parte degli studenti presenti segue www.repubblica.it come magazine online per i seguenti motivi:
• Abitudine
• Velocità nell’aggiornamento delle news
• Contenuti ed approfondimenti

Altri, in minor parte, visitano i siti: www.gazzetta.it , www.gazzettadiparma.it, www.corriere.it .


Approfondimento sul sito di Repubblica: www.repubblica.it
Il sito di Repubblica è uno dei siti con maggiori spazi per pubblicità, popup e animazioni pubblicitarie in genere.
Nel corso dei weekend i siti di informazione, per “colpa” dei riposi dei diversi giornalisti, subiscono una caduta verticale nell’emanazione di notizie.
Il sito presenta uno scrolling molto ampio, a diffusione verticale, grazie al quale l’utente è in grado di districarsi fra i vari approfondimenti, rubriche ed articoli.
Se al giornale cartaceo manca l’appealing di una serie di fotografie a colori per non togliere spazio alla componente scritta qui, nel web, è possibile per gli amministratori presentare serie di immagini come aiuto ulteriore alle notizie.
Questo aspetto non è di poco conto ma, in una mia personale opinione, rappresenta lo scarto evolutivo fra il “vecchio” giornale di carta stampata ed il “nuovo” – continuamente nuovo – sito/portale che propone continuamente approfondimenti e materiale sui quali riflettere e soffermarmi.
Questo aspetto visivo può, nella maggior parte dei casi, inficiare la possibilità dei giornalisti di de-scrivere nel dettaglio i fatti e, sull’onda di una sorta di pigrizia congenita al popolo italiano tutto, porta ad una semplice descrizione smunta e scarna della notizia, spesso appoggiandosi alle agenzie di stampa ed alle famose procedure di CTRL+C e CTRL+V.

È chiaro che scrivere sul web è molto differente dalla scrittura su carta.
Le motivazioni sono svariate:
• Il target, il pubblico di riferimento, è diverso. Partendo da un gap generazionale e da una mancanza di mezzi e abitudine del popolo “affezionato” alla carta.
• Il pubblico dei locali pubblici, trova spesso fastidioso sfruttare un computer anche perché è ormai tradizione l’incontro con i colleghi, gli amici ed il dibattito con gli avventori del locale sullo scandalo del giorno

Come è costruita l’homepage dal punto di vista del linguaggio?

Il testo è praticamente assente presentando praticamente solo titoli, immagini ed alcuni link. In poche parole è un unico miasma di informazioni linkabili, un’evoluzione ipertrofica dell’informazione veloce e interattiva, un aggregatore di informazioni che prende le distanze dallo standard cartaceo.

Questa evoluzione è, manco a dirlo, sfruttata dal marketing virale sulla rete creando una serie di rimandi fra la notizia ed il doveroso banner della multi nazione legata al giornale.
Ad esempio se ci fosse il classico servizio riempitivo del tipo “d’estate fa molto bene pranzare con un gelato” vedremmo, quasi certamente, un enorme Magnum Algida che ci invita ad una dieta a base di latte, granella di nocciola e caramello.
La pubblicità, gli interessi economici, i messaggi nemmeno troppo subliminali, sono ormai un tutt’uno fra notizie e web.

Da un punto di vista comunicativo gli articoli in prima pagina stanno subendo un’involuzione: lo spazio dedicato alla parte scritta lascia lo spazio alle immagini mentre la notizia è redatta in modo frettoloso, semplice e sempre più simile ad una serie di appunti o ad un costrutto composto dai titoli delle diverse agenzie di stampa.

PARTE II:
Affermazione di Murdock: “i giornali online diventeranno a pagamento.”

Questa frase deve essere contestualizzata all’interno delle opportune norme di sopravvivenza alla crisi che inevitabilmente travolge anche il mercato della comunicazione.
Gli utenti di Internet ed altri servizi web ragionano oramai per tag, per categorie definite a priori nelle quali le diverse notizie, in un modo o nell’altro, ricadono. Per farsi un’idea della portata di questo fenomeno basta fare un giro su igoogle o youtube che, nel loro continuo tentativo di rinnovamento, inseguono i gusti degli utenti dando la possibilità di personalizzare sia l’interfaccia del sito che di apportare un filtro automatico sui contenuti. Grazie ad un paio di clic igoogle ci da la possibilità di controllare le mail, il tempo atmosferico della nostra città, i nuovi video, i termini di wikipedia e, specialmente, una serie di notizie che noi abbiamo precedentemente selezionato secondo i nostri interessi.
Tutto questo in una pagina, alla portata di un clic.
La tecnologia on demand di Murdock si muove in questo senso; ben presto, grazie agli smartphone di ultima generazione, saremo in grado di ricevere “in diretta” le novità su questo o quell’argomento con tanto di approfondimenti, foto, video e – condicio sine qua non – relativa interattività e valutazione con stelline.
Per sconfiggere la crisi dell’informazione e della diffusione dei giornali cartacei l’informazione quindi deve fornire servizi aggiuntivi per fidelizzare il lettore.

In Italia l’editoria è in una situazione di forte crisi non solo dal punto di vista delle vendite ma anche e soprattutto nel settore pubblicitario che, per prevenire spese inutili, investono sempre meno sulla carta stampata e sempre di più sul web.
Nel nostro Paese uno dei pochi giornali dedicati e specializzati in determinate sezioni è “Il sole24ore” che, in abbonamento, fornisce un servizio di informazione costante e competente.
Il sito del Sole è molto anomalo e molto inglese come impostazione.

Italia News è un sottoprodotto del sole 24ore ed è gestito da un computer che controlla quali sono le notizie locali italiane più lette e le pubblica all’interno di box. La costruzione è statistica, fredda ma automatizzata. Anche se questa procedura è piuttosto inquietante da un punto di vista della rilevanza e l’incidenza per il product placament è fondamentale. Le notizie sono prese dal mondo di internet affondando le mani senza discriminazioni nel mondo dei blog e dei giornali online; questa è una procedura che sfrutta e “legge” la rete in ogni sua forma.

venerdì 24 aprile 2009

La fabbrica delle Madonne

Quando si crea un blog nasce, nello scrittore, un ingombrante imbarazzo, una precisa e impalpabile ansia da prestazione che ridimensiona ogni possibile slancio creativo in un più blando guado di spiegazioni, presentazioni e, così potrebbe apparire ad occhio inesperto, giustificazioni.
Per quanto mi riguarda, dovendomi adeguare a questa condizione di blogger, ho intenzione di utilizzare questo spazio per approfondire i temi riguardanti le nuove tecnologie ed i nuovi trend comunicativi attraverso, ma non solo, gli spunti suggeriti dai nostri docenti nel corso delle lezioni.

Crede, e spera, nella Madonna, il fabbricante di madonne?
(Carlo Emilio Gadda, citato in Guido Baldi, Eroi intellettuali e classi popolari nella letteratura italiana del Novecento, Liguori Editore, 2005)

La settimana scorsa l’Abruzzo viene sconvolto da un terremoto che sembra voler inghiottire per sempre buona parte dell’Italia. Tutti, guardando le immagini che incessantemente si rincorrono su ogni canale tv, capiscono immediatamente che da una catastrofe del genere non si torna indietro.

Se – e, visto il bombardamento mediatico che ognuno di noi ha subito, posso affermarlo con una certa, ragionevole, sicurezza – ogni cittadino italiano si è reso perfettamente conto della gravità dell’accaduto perché continuare ad insistere con sempre più raffinati montaggi di detriti-peluches-tombe-letterine di bambini-macerie?
E’ così essenziale proporre e riproporre all’infinito lo stesso spettacolo?
Ognuno ha il diritto di essere informato, certo, ed ognuno ha il diritto di compiere il proprio lavoro al meglio delle proprie possibilità, è fuori di dubbio, ma è davvero così importante chiedere agli sfollati come si sentono dopo aver perso la propria casa e buona parte della famiglia?
Il popolo italiano è comunque in grado di realizzare l’importanza del fatto anche senza lo zoom progressivo sul cane-abbandonato che morirà di stenti alla ricerca dei padroni-cadaveri?

Il primo piano, strettissimo, teso ad indagare fra i capillari distrutti, la disperazione dell’anziano sconvolto è fondamentale? Rientra nell’etica professionale del buon giornalista o del buon venditore di spazi televisivi? In questi casi prevale la logica dell’informazione o il patetismo tipico della tv commerciale?

A grappolo, nei giorni seguenti, le polemiche. Le vignette di Vauro in Rai, l’autoglorificazione dei Tg che, come flipper impazziti, facevano schizzare le cifre del body count alle stelle, la sovraesposizione di un Presidente del Consiglio carpentiere, odontoiatra, albergatore e, visto il periodo, Salvatore; lo scandalo della casa dello studente e del cemento “povero”, dei rinforzi “leggeri” e così via.

E’ giusto quindi, per noi aspiranti giornalisti e comunicatori, sperare in questa madonna insanguinata che non esita a cibarsi impunemente di tutto ciò che, ancora, riesce a farci sentire umani in tutta la nostra fragilità e paura?
Ed internet, patria dell’alternativismo per eccellenza, che ha fatto per il terremoto oltre alle solite gif animate di angeli con candela e brillantini?
Vi lascio, sperando in una vostra risposta, con un ottimo riassunto del sempre puntuale Diego Bianchi A.K.A. Zoro reperibile al sito: http://www.youtube.com/watch?v=d5x8Qfv_fIQ&feature=fvsr